La Storia
Le origini dell’Hovawart non sono certe, anche se, come tutti i molossoidi, discende dai progenitori del Tibetan Mastiff, il grande cane da guardia dei prigionieri e da guerra degli Assiri apparso alla fine del III° millennio in Tibet.
Repkow (www.hovawart.chienguide.free.fr ; www.hovawart.be) racconta che presso gli avi delle genti del nord esisteva la tribù degli Hundigen, “quelli con i cani”, i quali cani erano detti Hovawart.
La prima volta che viene nominato l’Hovawart è nel 1210, quando un castello tedesco, Ordensritterburg, fu assediato da tribù slave e successivamente tutti i suoi abitanti furono uccisi, eccetto l’infante figlio del Lord, trasportato in un castello vicino da uno degli Hovawart della corte, nonostante fosse esso stesso ferito. Nel 1274 nel “Sanchsenspiegel” (“Lo specchio dei sassoni”) lo stesso bambino, Eike von Repkow, diventato un amministratore incaricato di redigere un codice legale raccogliendo leggi esistenti e già in uso, riportò con enfasi le pene per chi ruba o uccide un Hovawart :“per il furto di un singolo cane – una sostituzione di uguale valore o 3 scellini”. Questa razza era infatti molto diffusa tra la popolazione, come si può vedere da quadri come quello di Benno Adam (foto 2), per le sue caratteristiche di cane da utilizzo polivalente: dalla guardia degli armenti, e forse anche loro conduzione, alla caccia di lupi e cinghiali, alla ricerca di detenuti alla guardia delle abitazioni. Proprio da quest’ultimo utilizzo deriva il suo nome: Wart significa guardiano, mentre Hofa era la corte, da intendersi come fattoria.
Nel 1473 fu incluso in una lista delle cinque più nobili razze e descritto come cane ideale nella caccia ai criminali; fu inoltre modificata la cifra da pagare in caso ne fosse ucciso uno, con ammenda più elevata nel caso il fatto fosse accaduto di notte.
Dopo il periodo medioevale la razza fu lentamente rimpiazzata dalle nuove razze, come il Pastore Tedesco, che vennero comunemente usati per la guardia e per il lavoro.
All’inizio del XX secolo era a un passo dall’estinzione, ma un gruppo di appassionati cinofili tedeschi, tra cui Kurt Friedrich Koenig decise di cercare di salvare la razza e le sue caratteristiche fondamentali:
Nel 1922 fu ufficialmente registrata la prima cucciolata in Germania, e solo cinque anni dopo il primo Hovawart, una femmina di nome Zanzi, entrò nelle forze di polizia tedesche.
Nel 1937 il German Kennel Club riconobbe l’Hovawart come razza, grazie anche all’utilizzo di esemplari come Castor Meyer Busch.
Con la Seconda Guerra Mondiale la razza rischiò nuovamente l’estinzione, venendo impiegata in guerra per la sua addestrabilità e a causa della morte di molti allevatori e cani a causa dei bombardamenti in tutta la Germania. Andarono inoltre persi molti dei documenti relativi agli accoppiamenti fino a quel momento effettuati.
Nel 1947 Otto Schramm e altri appassionati crearono il primo Club di razza.
Nel 1964 l’FCI classificò l’Hovawart come cane da lavoro e lo fece diventare la settima razza con prova di lavoro. Dall’anno successivo il Club di razza tedesco decise di vietare l’accoppiamento a esemplari non esenti da displasia all’anca per eliminare tale patologia dalla razza: ad oggi ne è quasi del tutto esente.
Nel 1984 fu fondata l’IHF, International Hovawart Federation (www.ihf.rzv-hovawart.com) con obiettivo la promozione, salvaguardia e miglioramento della razza e del suo allevamento in tutto il mondo, in cui nel 2010 è entrato a far parte l’Hovawart Club Italia. Il 12/13 settembre 2015 il raduno internazionale di razza è stato per la prima volta in Italia, a San Rossore, Pisa.
Repkow (www.hovawart.chienguide.free.fr ; www.hovawart.be) racconta che presso gli avi delle genti del nord esisteva la tribù degli Hundigen, “quelli con i cani”, i quali cani erano detti Hovawart.
La prima volta che viene nominato l’Hovawart è nel 1210, quando un castello tedesco, Ordensritterburg, fu assediato da tribù slave e successivamente tutti i suoi abitanti furono uccisi, eccetto l’infante figlio del Lord, trasportato in un castello vicino da uno degli Hovawart della corte, nonostante fosse esso stesso ferito. Nel 1274 nel “Sanchsenspiegel” (“Lo specchio dei sassoni”) lo stesso bambino, Eike von Repkow, diventato un amministratore incaricato di redigere un codice legale raccogliendo leggi esistenti e già in uso, riportò con enfasi le pene per chi ruba o uccide un Hovawart :“per il furto di un singolo cane – una sostituzione di uguale valore o 3 scellini”. Questa razza era infatti molto diffusa tra la popolazione, come si può vedere da quadri come quello di Benno Adam (foto 2), per le sue caratteristiche di cane da utilizzo polivalente: dalla guardia degli armenti, e forse anche loro conduzione, alla caccia di lupi e cinghiali, alla ricerca di detenuti alla guardia delle abitazioni. Proprio da quest’ultimo utilizzo deriva il suo nome: Wart significa guardiano, mentre Hofa era la corte, da intendersi come fattoria.
Nel 1473 fu incluso in una lista delle cinque più nobili razze e descritto come cane ideale nella caccia ai criminali; fu inoltre modificata la cifra da pagare in caso ne fosse ucciso uno, con ammenda più elevata nel caso il fatto fosse accaduto di notte.
Dopo il periodo medioevale la razza fu lentamente rimpiazzata dalle nuove razze, come il Pastore Tedesco, che vennero comunemente usati per la guardia e per il lavoro.
All’inizio del XX secolo era a un passo dall’estinzione, ma un gruppo di appassionati cinofili tedeschi, tra cui Kurt Friedrich Koenig decise di cercare di salvare la razza e le sue caratteristiche fondamentali:
- Grande taglia e forza, per spaventare chiunque intendesse penetrare in fattorie isolate;
- Coraggio e mancanza di paura, ma senza eccessivo spirito e combattività per avere un difensore equilibrato e non un attaccabrighe;
- Resistenza al freddo e alle intemperie, necessario per un cane che dovesse vivere fuori o nella stalla con il bestiame;
- Assenza di istinto di caccia [NDR: visto l’alto numero di Hovawart che vanno in autonomia a caccia dei più svariati animali, da galline e conigli a fagiani e caprioli, più un esemplare che è stato addestrato per la caccia alle anatre, Koenig ha fallito su questo punto] in quanto la caccia era privilegio della nobiltà e la popolazione delle fattorie non doveva usufruire dei “giochi” del proprietario terriero.
Nel 1922 fu ufficialmente registrata la prima cucciolata in Germania, e solo cinque anni dopo il primo Hovawart, una femmina di nome Zanzi, entrò nelle forze di polizia tedesche.
Nel 1937 il German Kennel Club riconobbe l’Hovawart come razza, grazie anche all’utilizzo di esemplari come Castor Meyer Busch.
Con la Seconda Guerra Mondiale la razza rischiò nuovamente l’estinzione, venendo impiegata in guerra per la sua addestrabilità e a causa della morte di molti allevatori e cani a causa dei bombardamenti in tutta la Germania. Andarono inoltre persi molti dei documenti relativi agli accoppiamenti fino a quel momento effettuati.
Nel 1947 Otto Schramm e altri appassionati crearono il primo Club di razza.
Nel 1964 l’FCI classificò l’Hovawart come cane da lavoro e lo fece diventare la settima razza con prova di lavoro. Dall’anno successivo il Club di razza tedesco decise di vietare l’accoppiamento a esemplari non esenti da displasia all’anca per eliminare tale patologia dalla razza: ad oggi ne è quasi del tutto esente.
Nel 1984 fu fondata l’IHF, International Hovawart Federation (www.ihf.rzv-hovawart.com) con obiettivo la promozione, salvaguardia e miglioramento della razza e del suo allevamento in tutto il mondo, in cui nel 2010 è entrato a far parte l’Hovawart Club Italia. Il 12/13 settembre 2015 il raduno internazionale di razza è stato per la prima volta in Italia, a San Rossore, Pisa.
È vietata la riproduzione anche parziale. Quanto sopra riportato è tratto dalla tesi di laurea “Studio di parte della popolazione italiana di cani di razza Hovawart e statistiche demografico-comportamentali su un campione di cento cani” di Alice Faoro